Wednesday, 8 February 2012

FOIBE: IL MASSACRO DIMENTICATO


"Ora non sarà più consentito alla storia di smarrire l’altra metà della Memoria. I nostri deportati, infoibati, fucilati, annegati o lasciati morire di stenti e malattie nei campi di concentramento jugoslavi, non sono più morti di serie B”. ( Annamaria Muiesan)



La parola "foiba" letteralmente significa inghiottitoio carsico, in particolare si trova geograficamente nella zona della Venezia Giulia e dell’Istria. Questa parola però per noi italiani ha un significato molto più profondo perché ci riporta alla mente il massacro perpetrato ai danni di migliaia di nostri connazionali tra il 1943 e il 1945.
Unica colpa ESSERE ITALIANI. Molti di loro furono uccisi o morirono di stenti nei campi di concentramento jugoslavi edificati ad opera di Tito; molti venivano infoibati ancora in vita. La cosa più assurda è che per decenni questa storia seppur nota è stata dimenticata da coloro che la storia passa ufficialmente per "vincitori". Politici compiacenti e complici, vecchi partigiani,storiografi e giornalisti per troppo tempo hanno ignorato colpevolmente la spaventosa vicenda delle foibe. Soltanto all’inizio degli anni novanta con la fine della guerra fredda e il crollo dei regimi comunisti in Europa orientale la vicenda fu sollevata tra lo stupore generale. Impensabile che ancora oggi molti rappresentanti politici croati e sloveni non riconoscono nella vicenda delle foibe un eccidio di massa ma semplicemente una risposta dell’allora esercito jugoslavo all'Italia colpevole di essersi schierata con la Germania nazionalsocialista. Ma passiamo alla parte storica: agli inizi di maggio del 1945 con la cosiddetta "liberazione" dell’Italia, i partigiani titini entrarono a Trieste arrestando e deportando nei campi di concentramento tutti gli ufficiali italiani e tedeschi; la loro permanenza nel capoluogo friulano durò fino a giugno in quelli che furono i "40 giorni di Trieste" durante i quali i partigiani stilarono una lista di “nemici del popolo”: ex combattenti della Repubblica di Salò, membri dei Comitati di Liberazione Nazionale, partigiani "bianchi" e semplici italiani. Negli stessi giorni la stessa sorte venne riservata alle città di Gorizia e Fiume dove le truppe titine arrestarono e uccisero tutti coloro si opponevano alla "slavizzazione" di territori da sempre italiani, mentre tantissima altra gente invece fu costretta ad un esodo lontano dalla propria terra.  Era ben chiaro a tutti coloro che erano presenti in quei giorni il desiderio da parte delle truppe jugoslave, non di sconfiggere ciò che restava dell’esperienza della RSI, bensì di estirpare a quegli stessi territori le tradizioni, la lingua…l'italianità stessa! Ed è per questo che a distanza di quasi settant'anni è doveroso ricordare ciò che successe in quella parte d’Italia, che per troppo tempo è stato insabbiato.  Lo stato italiano vergognosamente ha taciuto su questa tragedia e soltanto nel marzo del 2004 ha istituito con la legge n.92  nel 10 febbraio “ la Giornata del Ricordo “  in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo dalmata – giuliano. Fondamentale per noi è però commemorare ogni giorno i nostri caduti, i nostri fratelli, per troppo tempo tenuti forzatamente nel buio della storia; lo stesso buio che però non è riuscito a smorzare la dignità del Nostro Popolo.