Non mi sembra ancora
vero,ma sono passati già 5 anni da quella maledetta domenica di novembre,
ancora ricordo tutto come fosse ieri. Una domenica qualunque all'apparenza a
bere borghetti e aspettare il fischio d'inizio, poi le prime notizie confuse è
morto un tifoso laziale,
lo hanno sparato allo
stadio, lo hanno sparato per strada ... è ancora vivo, è giá morto.
Era accaduto ancora e
noi non potevamo farci nulla oramai, in tutta Italia, in tutti i campi dal nord
al sud, dalla A alla D partono le prime rappresaglie, i primi scontri, i primi feriti, i primi arresti, partite sospese ma Gabbo non tornerà piú, ucciso per mano dello
stato mentre andava a vedere la sua squadra, mentre coi suoi amici andava in
trasferta.
Nella stessa domenica
i tifosi di Roma e Lazio, gli amici di Gabriele e tutti coloro i quali avevano
una coscienza si riversarono nelle strade di Roma per dare sfogo alla loro
rabbia e rivendicare il nome di Gabriele, fu una giornata davvero memorabile
per il calcio italiano e per tutti gli ultras d'Italia.
Il suo assassino
l'agente Spaccarotella dopo 4 anni senza carcerazione preventiva è stato
condannato in definitiva a 9 anni, questo il misero prezzo da pagare per aver
spezzato nel fiore degli anni la vita del giovane Gabriele Sandri.
Ma chi era Gabriele
Sandri?
Gabriele Sandri per
tutti Gabbo era un ragazzo come tutti noi, 26 anni e due passioni la musica e
la Lazio. Quella domenica non doveva neanche essere in quella macchina,ma la
sua forte passione per la Lazio e per quella vita che tanti di noi continuano a
fare ogni domenica lo portarono ad esserci comunque,dopo una notte di lavoro in
discoteca.
In quell'autogrill
dell'Aretina sull'A1, non successe niente di cosi eclatante e nemmeno di cosi
anomalo dal solito, due gruppi di tifosi rivali arrivarono ad un lieve
scontro, e nel tentativo di fuggire alle forze dell'ordine successe
l'irreparabile. L'agente Spaccarotella fece partire un colpo dalla sua pistola
che raggiunse il povero Gabriele alla nuca mentre era adagiato sul sedile
posteriore della Renault che doveva portarlo a quella partita...
Oggi il sorriso di
Gabriele rivive ogni domenica in ogni tifoso che parte e va in trasferta
nonostante le leggi repressive del governo contro gli ultras, ma soprattutto
rivive nella fondazione che porta il suo nome e che è stata fortemente voluto
da suo padre e suo fratello per fare beneficenza nel suo ricordo.
" Ho appena
finito di suonare ... ed ora come al solito in partenza ... per portarvi alla
Vittoria !