Il suo nome riecheggia sulle bocche di tanti,
famoso per le sue imprese eroiche, acclamato da sempre dai camerati di tutto il
globo, il suo nome è Corneliu Zelea Codreanu. "Il Capitano" come lo
chiamano in Romania, iniziò la sua vita politica da giovane, figlio di un
militare fedele al re, costituì il movimento legionario romeno, formato dai
celeberrimi e conosciuti Cuib, dei piccoli o grandi nuclei militanti,
sparsi capillarmente per tutto il paese.
Codreanu impersonifica, diciamo così il perfetto camerata,
ciò vuol dire che lui oltre ad una ricchissima base ideale, aggiungeva anche il
suo eroismo nell'azione, un perfetto binomio che lo ha portato ad essere uno
dei personaggi più scomodi nella storia recente d'Europa (gli altri due
personaggi penso che oramai li conosciamo tutti), portandolo poi purtroppo alla
carcerazione e all'uccisione. Passiamo dunque ad una più dettagliata biografia;
Codreanu nasce nella Moldavia (ora stato indipendente ma prima considerata
regione romena) nella città di Iasi, il 13 settembre 1899. Già il suo nome è un
programma di vita: Codreanu in rumeno significa "uomo della foresta".
Dal padre fin da piccolo Corneliu impara ad amare fortemente
la sua patria e a sognare per il suo popolo, per la sua gente, un destino più
grande. È giovanissimo quando il 15 agosto 1916 la sua terra, "la piccola
Romania", si getta nella mischia della prima guerra mondiale; per la sua
età non può arruolarsi volontario. L'1 settembre 1917, con la segreta speranza
di partire per il fronte e dare il suo contributo per la vittoria, Codreanu si
iscrive alla Scuola Militare Atttiva di Botosani, esperienza che lascerà
un'impronta forte sul suo carattere. "Qui scriverà ho imparato a parlare
poco. Qui ho imparato ad amare la trincea e a disprezzare il salotto".
Finita la guerra, la situazione politica interna della
Romania è piuttosto grave: nella vicina Russia, ucciso lo zar, il potere è
nelle mani dei bolscevichi ed il nuovo stato sovietico mostra chiaramente la
volontà di riappropriarsi delle terre perse durante il conflitto. Con questo
rischio incombente Codreanu, un pomeriggio del gennaio 1918, raduna nel bosco
di Dobrina una ventina di fidati camerati e fonda l'associazione "Michele
Cogalnicaenu" allo scopo di uscire dall'individualismo e spendere tutte le
proprie energie senza risparmio per la causa della libertà della Romania. La
situazione rumena nel primo dopoguerra non è diversa da quella di molte altre
nazioni europee al termine del primo lacerante conflitto mondiale. Tra i
fenomeni sociali emergenti: il reducismo, la delusione per il clima provinciale
della politica ufficiale, le reazioni per la riforma agraria del 1919.
Proprio in quell'anno Corneliu Zelea si iscrive alla facoltà
di Diritto dell'Università di Iasi. In questo periodo viene a conoscenza dell'esistenza
di un piccolo e battagliero gruppo politico chiamato la "Guardia
della Coscienza Nazionale" guidato da Costantin Pancu. Il raggruppamento,
al quale aderisce Codreanu, riscuote un certo interesse tra operai e studenti e
raccoglie tra le sue fila anche qualche professionista e sacerdote.
Nell'università cominciano le vere e proprie battaglie di Codreanu, minacciato
più volte di espulsione da parte del rettore, ma salvato dalla stima che
proveniva dai suoi docenti di diritto; la vertenza andrà avanti per molto
tempo, terminati gli studi, infatti, non verrà mai rilasciata a Codreanu la
laurea in Giurisprudenza. Nel dicembre del 1922 a Cluij l’intera popolazione
studentesca è in rivolta, presto l’incendio divampa in tutta la Romania,
Corneliu intuisce che si tratta di un momento decisivo per il futuro rumeno e
ritorna in patria frettolosamente per mettersi a capo del movimento studentesco
insieme a Mota, figlio di un sacerdote ortodosso, presidente di un circolo
studentesco, con il quale nascerà un’amicizia profonda e perenne.
Ben presto i due capiscono la necessità urgente di estendere
la stessa lotta studentesca all’intero popolo della Romania. Per questo viene
avvicinato il professore Cuza, l’uomo all’epoca più prestigioso in tutto il
Paese, che prenderà la presidenza della "Lega di Difesa Nazionale e
Cristiana" al cospetto di oltre diecimila cittadini. E’ il periodo degli
scontri più violenti negli atenei, l’Università è al centro della lotta e
fornisce il nerbo dei dimostranti.
Durante una di queste manifestazioni contro l’esercito,
Codreanu viene arrestato per la prima volta e internato nella prigione della
Porta Verde. Inizia così la lunga serie di arresti che condurrà il Capitano ed
i suoi ad una vera persecuzione politica e ad essere eliminati fisicamente
senza lo straccio di un processo. Nonostante il favore di Codreanu verso il
metodo della non-violenza come arma di lotta, si decide di dare una volta per
tutte un esempio "tremendo" della risolutezza della gioventù rumena.
Viene insomma composta una lista di sei ministri da
eliminare.
La sera dell’8 ottobre 1923 mentre i congiurati sono riuniti
per stabilire i dettagli dell’operazione, la Polizia irrompe nel luogo e
arresta tutto il gruppo. Il delatore è uno degli stessi organizzatori:
Vernichescu.
Il processo che ne segue ha un epilogo eccezionale:
Codreanu, come suo costume, si prende la paternità dell’azione e indica ai
giurati le motivazioni ideali del gesto. I giudici riconoscono la sola
colpevolezza di Mota e i legionari vengono liberati dopo sette mesi di carcere.
L’esperienza del carcere è centrale nella vita di Corneliu Zelea Codreanu.
Dalla prigione uscirà un uomo completamente cambiato, rinnovato nell’animo. Il
ricordo dell’icona dell’Arcangelo Gabriele, davanti alla quale il Capitano si
era spesso ritrovato a riflettere e pregare in quei mesi, lo porterà ad
assumere l’Arcangelo come protettore futuro del Movimento.
Nella nuova fase l’azione di Corneliu ruota intorno al
proposito di dare adeguata "educazione" a quella gioventù che crede
ciecamente in lui e nella riscossa nazionale.
Il capitano, il 24 giugno 1927 convoca i suoi amici più
fidati, per costituire la Legione dell’Arcangelo Michele; la Legione
è quanto di più lontano da un partito inteso in senso classico, è un movimento
assolutamente originale per la creazione di un nuovo individuo, in rottura con
l’uomo economico, pragmatista ed egoista. Il 20 giugno del 1930, poco dopo il
ritorno nel Paese di Carol II, si costituisce ufficialmente la "Guardia di
Ferro" che sarà presto conosciuta con questo nome in tutto l’Occidente.
Per dare maggiore valore simbolico dell’azione antibolscevica, viene decisa una
marcia sulla Bessarabia, un territorio oggetto delle mire espansionistiche
della Russia. Sono in troppi ormai a temere seriamente la Guardia di Ferro:
tutti i gruppi politici si coalizzano per stroncare il Movimento Legionario. Il
clima è ormai di vero e proprio terrorismo politico: ai legionari diventa
difficile perfino trovare una tipografia che possa stampare le loro
pubblicazioni che di fatto vengono censurate. Codreanu ha in mente un’altra
grande iniziativa: la costruzione della "Casa Verde", quartier
generale del Movimento. I risultati del dicembre 1937 sono clamorosi: la lista
del Capitano porta alla Camera ben 66 deputati e supera del 6,43% il partito
Nazional-Cristiano. L’11 febbraio 1938 con un colpo di stato, il re Carol
sospende la Costituzione, scioglie i partiti ed instaura una vera e propria
dittatura personale. Il colpo di stato, covato dal sovrano per oltre dieci
anni, è la chiara testimonianza dell’ultima chance di un mondo ormai
completamente alla deriva. Corneliu Zelea, in venti anni di fervida attività
politica, ha subito numerosi processi terminati tutti con assoluzioni piene
eppure tutto ciò viene dimenticato. Per dieci lunghe ore il Capitano si difende
strenuamente, testimoniando la sua totale innocenza ed estraneità ai fatti che
gli vengono contestati; il collegio dei giudici, formato da Galinescu, lo
condanna a dieci anni di carcere. Il calvario del Capitano inizia il 17 aprile
1938; durante i giorni di prigionia Codreanu tiene un diario, che sarà
pubblicato dopo la sua morte, che ci offre la fotografia reale della sua
immensa forza interiore e grandezza d’animo. Anche in queste condizioni il Capitano
fa paura. Governo e Sovrano sanno bene che la "gente" guarda ancora e
sempre a lui come l’unico uomo capace di risolvere i problemi secolari della
Romania. Per ordine di Calinescu e col pretesto di un inesistente tentativo di
fuga, Corneliu Zelea Codreanu, il 30 novembre 1938, viene fatto
strangolare insieme a tredici legionari durante un trasferimento da un carcere
ad un altro. L’annuncio ufficiale della morte dato dal Comando della Seconda
Divisione Militare, al quale nessuno crede, afferma che durante il
trasferimento ad una trentina di chilometri da Jilava il convoglio si ferma per
un guasto al motore, i prigionieri approfittano di questo "strano
incidente" per cercare di evadere e i gendarmi si vedono costretti ad
aprire il fuoco. Più tardi il Maggiore Dinulescu, che diresse l’assassinio per
ventimila lei, e l’autista confessarono la tremenda verità. Il capitano rimarrà
per sempre nei nostri cuori, dove arderà il suo ricordo, per spronarci alla
nostra azione; come noi, Codreanu, come raccontato, viveva in un regime
antifascista, ma non è questo che ci deve abbattere anzi, è quello che ci deve
portare alla riscossa della nostra nazione e della nostra gente.
ALZANDO
LA TESTA!