Sunday, 8 January 2012

EXEMPLUL SAU, LUPTA NOSTRA

Il suo nome riecheggia sulle bocche di tanti, famoso per le sue imprese eroiche, acclamato da sempre dai camerati di tutto il globo, il suo nome è Corneliu Zelea Codreanu. "Il Capitano" come lo chiamano in Romania, iniziò la sua vita politica da giovane, figlio di un militare fedele al re, costituì il movimento legionario romeno, formato dai celeberrimi e conosciuti Cuib, dei piccoli o grandi nuclei militanti, sparsi capillarmente per tutto il paese.


Codreanu impersonifica, diciamo così il perfetto camerata, ciò vuol dire che lui oltre ad una ricchissima base ideale, aggiungeva anche il suo eroismo nell'azione, un perfetto binomio che lo ha portato ad essere uno dei personaggi più scomodi nella storia recente d'Europa (gli altri due personaggi penso che oramai li conosciamo tutti), portandolo poi purtroppo alla carcerazione e all'uccisione. Passiamo dunque ad una più dettagliata biografia; Codreanu nasce nella Moldavia (ora stato indipendente ma prima considerata regione romena) nella città di Iasi, il 13 settembre 1899. Già il suo nome è un programma di vita: Codreanu in rumeno significa "uomo della foresta".
Dal padre fin da piccolo Corneliu impara ad amare fortemente la sua patria e a sognare per il suo popolo, per la sua gente, un destino più grande. È giovanissimo quando il 15 agosto 1916 la sua terra, "la piccola Romania", si getta nella mischia della prima guerra mondiale; per la sua età non può arruolarsi volontario. L'1 settembre 1917, con la segreta speranza di partire per il fronte e dare il suo contributo per la vittoria, Codreanu si iscrive alla Scuola Militare Atttiva di Botosani, esperienza che lascerà un'impronta forte sul suo carattere. "Qui scriverà ho imparato a parlare poco. Qui ho imparato ad amare la trincea e a disprezzare il salotto".
Finita la guerra, la situazione politica interna della Romania è piuttosto grave: nella vicina Russia, ucciso lo zar, il potere è nelle mani dei bolscevichi ed il nuovo stato sovietico mostra chiaramente la volontà di riappropriarsi delle terre perse durante il conflitto. Con questo rischio incombente Codreanu, un pomeriggio del gennaio 1918, raduna nel bosco di Dobrina una ventina di fidati camerati e fonda l'associazione "Michele Cogalnicaenu" allo scopo di uscire dall'individualismo e spendere tutte le proprie energie senza risparmio per la causa della libertà della Romania. La situazione rumena nel primo dopoguerra non è diversa da quella di molte altre nazioni europee al termine del primo lacerante conflitto mondiale. Tra i fenomeni sociali emergenti: il reducismo, la delusione per il clima provinciale della politica ufficiale, le reazioni per la riforma agraria del 1919.
Proprio in quell'anno Corneliu Zelea si iscrive alla facoltà di Diritto dell'Università di Iasi. In questo periodo viene a conoscenza dell'esistenza di un piccolo e battagliero gruppo politico chiamato la "Guardia della Coscienza Nazionale" guidato da Costantin Pancu. Il raggruppamento, al quale aderisce Codreanu, riscuote un certo interesse tra operai e studenti e raccoglie tra le sue fila anche qualche professionista e sacerdote. Nell'università cominciano le vere e proprie battaglie di Codreanu, minacciato più volte di espulsione da parte del rettore, ma salvato dalla stima che proveniva dai suoi docenti di diritto; la vertenza andrà avanti per molto tempo, terminati gli studi, infatti, non verrà mai rilasciata a Codreanu la laurea in Giurisprudenza. Nel dicembre del 1922 a Cluij l’intera popolazione studentesca è in rivolta, presto l’incendio divampa in tutta la Romania, Corneliu intuisce che si tratta di un momento decisivo per il futuro rumeno e ritorna in patria frettolosamente per mettersi a capo del movimento studentesco insieme a Mota, figlio di un sacerdote ortodosso, presidente di un circolo studentesco, con il quale nascerà un’amicizia profonda e perenne.
Ben presto i due capiscono la necessità urgente di estendere la stessa lotta studentesca all’intero popolo della Romania. Per questo viene avvicinato il professore Cuza, l’uomo all’epoca più prestigioso in tutto il Paese, che prenderà la presidenza della "Lega di Difesa Nazionale e Cristiana" al cospetto di oltre diecimila cittadini. E’ il periodo degli scontri più violenti negli atenei, l’Università è al centro della lotta e fornisce il nerbo dei dimostranti.
Durante una di queste manifestazioni contro l’esercito, Codreanu viene arrestato per la prima volta e internato nella prigione della Porta Verde. Inizia così la lunga serie di arresti che condurrà il Capitano ed i suoi ad una vera persecuzione politica e ad essere eliminati fisicamente senza lo straccio di un processo. Nonostante il favore di Codreanu verso il metodo della non-violenza come arma di lotta, si decide di dare una volta per tutte un esempio "tremendo" della risolutezza della gioventù rumena.
Viene insomma composta una lista di sei ministri da eliminare.
La sera dell’8 ottobre 1923 mentre i congiurati sono riuniti per stabilire i dettagli dell’operazione, la Polizia irrompe nel luogo e arresta tutto il gruppo. Il delatore è uno degli stessi organizzatori: Vernichescu.
Il processo che ne segue ha un epilogo eccezionale: Codreanu, come suo costume, si prende la paternità dell’azione e indica ai giurati le motivazioni ideali del gesto. I giudici riconoscono la sola colpevolezza di Mota e i legionari vengono liberati dopo sette mesi di carcere. L’esperienza del carcere è centrale nella vita di Corneliu Zelea Codreanu. Dalla prigione uscirà un uomo completamente cambiato, rinnovato nell’animo. Il ricordo dell’icona dell’Arcangelo Gabriele, davanti alla quale il Capitano si era spesso ritrovato a riflettere e pregare in quei mesi, lo porterà ad assumere l’Arcangelo come protettore futuro del Movimento.
Nella nuova fase l’azione di Corneliu ruota intorno al proposito di dare adeguata "educazione" a quella gioventù che crede ciecamente in lui e nella riscossa nazionale.
Il capitano, il 24 giugno 1927 convoca i suoi amici più fidati, per costituire la Legione dell’Arcangelo Michele; la Legione è quanto di più lontano da un partito inteso in senso classico, è un movimento assolutamente originale per la creazione di un nuovo individuo, in rottura con l’uomo economico, pragmatista ed egoista. Il 20 giugno del 1930, poco dopo il ritorno nel Paese di Carol II, si costituisce ufficialmente la "Guardia di Ferro" che sarà presto conosciuta con questo nome in tutto l’Occidente. Per dare maggiore valore simbolico dell’azione antibolscevica, viene decisa una marcia sulla Bessarabia, un territorio oggetto delle mire espansionistiche della Russia. Sono in troppi ormai a temere seriamente la Guardia di Ferro: tutti i gruppi politici si coalizzano per stroncare il Movimento Legionario. Il clima è ormai di vero e proprio terrorismo politico: ai legionari diventa difficile perfino trovare una tipografia che possa stampare le loro pubblicazioni che di fatto vengono censurate. Codreanu ha in mente un’altra grande iniziativa: la costruzione della "Casa Verde", quartier generale del Movimento. I risultati del dicembre 1937 sono clamorosi: la lista del Capitano porta alla Camera ben 66 deputati e supera del 6,43% il partito Nazional-Cristiano. L’11 febbraio 1938 con un colpo di stato, il re Carol sospende la Costituzione, scioglie i partiti ed instaura una vera e propria dittatura personale. Il colpo di stato, covato dal sovrano per oltre dieci anni, è la chiara testimonianza dell’ultima chance di un mondo ormai completamente alla deriva. Corneliu Zelea, in venti anni di fervida attività politica, ha subito numerosi processi terminati tutti con assoluzioni piene eppure tutto ciò viene dimenticato. Per dieci lunghe ore il Capitano si difende strenuamente, testimoniando la sua totale innocenza ed estraneità ai fatti che gli vengono contestati; il collegio dei giudici, formato da Galinescu, lo condanna a dieci anni di carcere. Il calvario del Capitano inizia il 17 aprile 1938; durante i giorni di prigionia Codreanu tiene un diario, che sarà pubblicato dopo la sua morte, che ci offre la fotografia reale della sua immensa forza interiore e grandezza d’animo. Anche in queste condizioni il Capitano fa paura. Governo e Sovrano sanno bene che la "gente" guarda ancora e sempre a lui come l’unico uomo capace di risolvere i problemi secolari della Romania. Per ordine di Calinescu e col pretesto di un inesistente tentativo di fuga, Corneliu Zelea Codreanu, il 30 novembre 1938, viene fatto strangolare insieme a tredici legionari durante un trasferimento da un carcere ad un altro. L’annuncio ufficiale della morte dato dal Comando della Seconda Divisione Militare, al quale nessuno crede, afferma che durante il trasferimento ad una trentina di chilometri da Jilava il convoglio si ferma per un guasto al motore, i prigionieri approfittano di questo "strano incidente" per cercare di evadere e i gendarmi si vedono costretti ad aprire il fuoco. Più tardi il Maggiore Dinulescu, che diresse l’assassinio per ventimila lei, e l’autista confessarono la tremenda verità. Il capitano rimarrà per sempre nei nostri cuori, dove arderà il suo ricordo, per spronarci alla nostra azione; come noi, Codreanu, come raccontato, viveva in un regime antifascista, ma non è questo che ci deve abbattere anzi, è quello che ci deve portare alla riscossa della nostra nazione e della nostra gente. 

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