Durante la scorsa notte sono stati
affissi nelle nostre città degli striscioni in ricordo dell’8 settembre;
data che nell’immaginario comune rappresenta la fine di una guerra (con
le atrocità ad essa connesse) ma che in realtà segnò l’inizio di una terribile
guerra fratricida che costituisce ancora oggi una delle pagine più controverse
e insanguinate della nostra storia. Il dramma dell’esercito italiano scoppiò alle 19,45
dell’8 settembre 1943, quando la radio italiana diffuse il messaggio del
maresciallo Badoglio:
« Il governo italiano, riconosciuta
la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza
avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla
Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo
delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve
cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad
eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza »
180.000 furono i militari italiani
che, con orgoglio e coraggio, difesero l’onore di una patria sconfitta e di un
popolo tradito dal proprio sovrano.
La nostra associazione ricorda in
questa data il loro sacrificio, come il martirio di una elite di guerrieri che
preferì le fucilate al tradimento.
Nel loro ricordo riecheggia oggi la
nostra lotta; fatta degli stessi sogni, le stesse speranze, gli stessi ideali e
lo stesso onore.
I nemici son cambiati. Sono forse più
pericolosi, poiché celati nelle tenebre della società moderna, ma noi
guardiamo ancora lo stesso sole e nei nostri occhi c’è la stessa purezza di chi
ieri andò incontro alla morte, nella consapevolezza di morire per un’idea
assoluta.
“Notte di settembre che gli hai fatto
al mio cuore
alle mie gambe di vent'anni, che non
sanno più scappare.
Otto di settembre e quelle canne di
moschetto
ci hai infilato la morte e ci arriva
sul petto.
Dieci briganti sporchi che si
credevano soldati
premono il grilletto sui nostri
sorrisi sudati.”
GRAVINA
GRAVINA
BARI
FOGGIA
CORATO