Monday, 10 September 2012

OTTO SETTEMBRE 1943 MARCHIO D'INFAMIA


Durante la scorsa notte sono stati affissi nelle nostre città degli striscioni in ricordo dell’8 settembre;  data che nell’immaginario comune rappresenta la fine di una guerra (con le atrocità ad essa connesse) ma che in realtà segnò l’inizio di una terribile guerra fratricida che costituisce ancora oggi una delle pagine più controverse e insanguinate della nostra storia. Il dramma dell’esercito italiano scoppiò alle 19,45 dell’8 settembre 1943, quando la radio italiana diffuse il messaggio del maresciallo Badoglio:
« Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza »


180.000 furono i militari italiani che, con orgoglio e coraggio, difesero l’onore di una patria sconfitta e di un popolo tradito dal proprio sovrano.
La nostra associazione ricorda in questa data il loro sacrificio, come il martirio di una elite di guerrieri che preferì le fucilate al tradimento.
Nel loro ricordo riecheggia oggi la nostra lotta; fatta degli stessi sogni, le stesse speranze, gli stessi ideali e lo stesso onore.
I nemici son cambiati. Sono forse più pericolosi, poiché celati nelle tenebre della società moderna,  ma noi guardiamo ancora lo stesso sole e nei nostri occhi c’è la stessa purezza di chi ieri andò incontro alla morte, nella consapevolezza di morire per un’idea assoluta.

“Notte di settembre che gli hai fatto al mio cuore
alle mie gambe di vent'anni, che non sanno più scappare.
Otto di settembre e quelle canne di moschetto
ci hai infilato la morte e ci arriva sul petto.
Dieci briganti sporchi che si credevano soldati
premono il grilletto sui nostri sorrisi sudati.”

 GRAVINA
                                                                         GRAVINA


 BARI

 FOGGIA 

CORATO